Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni rilasciate sui social da Gaetano Coppola, dirigente provinciale del Partito democratico, già assessore per il Pd a Giugliano i primi due anni della sindacatura di Nicola Pirozzi. Coppola si dimise dalla giunta per contrasti sulle scelte e sulla linea politica della coalizione, quasi una premonizione dopo gli eventi delle ultime settimane. Si dimise dalla giunta della sua città per dedicarsi al partito e da dirigente provinciale dei “democratici” assume una posizione durissima sul “caso Campania” che vede De Luca da una parte, con al suo fianco tutti i consiglieri regionali del Pd (esclusa Fiola) e la stragrande maggioranza del partito, in contrasto con la componente Schlein che vorrebbe mandare il governatore salernitano in pensione.
Coppola interpreta il pensiero della maggioranza della base e degli eletti campani che si sentono rappresentati da questi nove anni di amministrazione, dove i buoni risultati rappresentano il fiore all’occhiello della giunta De Luca ma tutto è stato fatto insieme al Pd. Come potrebbero oggi gli eletti democratici che hanno condiviso ogni scelta, ogni azione del governatore, chiamarsi fuori? Coerente rivendicare i meriti, incoerente è non restare lì al fianco di De Luca.
Lo incontriamo in piazza dei Martiri, a Napoli, per un buon caffè ed una chiacchierata.
Ingegnere Coppola, tempi duri per il Pd. Come si esce da questa situazione?
“Guardi, sono sincero. Io di tempi duri non ne vedo. Il voto anche in Liguria ha dimostrato che la base tiene, che gli elettori ci seguono, che sui territori le sezioni lavorano, che a livello locale militanti e classe politica, fatta qualche eccezione, riescono a produrre classe dirigente, progetti per le comunità, buon governo e consenso perché operano tra la gente e per la gente. Sta emergendo un’immagine diversa perché da Roma, pochi nominati hanno iniziato a dare giudizi su cose che nemmeno conoscono. Giudizi guidati più dalla volontà del timore che i bravi possano sottrarre spazi ai nominati senza consenso e non frutto di un’analisi seria sugli argomenti in discussione. E il caso più eclatante resta quello sul governatore De Luca”.
Tutto chiaro. Però in Liguria si è perso. Prove tecniche per la Campania?
“Ecco e su questo ad esempio a Roma bisognava aprire una discussione franca sul fatto che in Liguria abbiamo dimostrato che il partito c’è, cresce, ha consenso ma è mancata la parte politica di costruzione dell’alleanza, nazionale e locale, proprio a causa dell’incapacità di chi è deputato ad occuparsi di queste vicende. Ma al posto di assumersi il fallimento delle loro scelte politiche, hanno pensato a sparare sulla Campania e sul migliore governatore che il Pd ha espresso al Sud”.
Una storia assurda. Schlein dice porte chiuse a De Luca, le scelte si fanno insieme. Non condivide. Giusto?
“Una frase che contiene l’ennesima contraddizione. Le scelte si fanno insieme. Giusto. E se la segretaria si fa un giro in Campania, si accorgerà innanzitutto del buon lavoro che ha fatto De Luca in dieci anni. Si accorgerà che quel buon lavoro è stato fatto col Pd dal governatore del Pd. Si accorgerà che De Luca si ricandida e stravince perché sul campo, sui fatti, si è guadagnato il consenso dei territori, dei cittadini, delle famiglie, dei giovani, dei professionisti, delle fasce deboli. Per la serietà delle cose promesse, per la serietà delle cose fatte e per la chiarezza con cui si è sempre confrontato con i cittadini. Il partito in Campania e sui territori è con De Luca e ancora di più lo sono i cittadini. Gli unici a non comprenderlo sono i vertici romani. Schlein dice le scelte si fanno insieme e poi da sola, in isolamento, spiega che De Luca non è candidato. E allora, le scelte si fanno insieme oppure loro decidono e il livello locale deve far finta di condividere anche se pensa tutt’altra cosa? Da Roma una contraddizione costante”.
La Schlein è rimasta sola anche sulla questione del terzo mandato. In aula i consiglieri del Pd hanno votato con De Luca, tranne Fiola.
“Un altro segnale chiaro di quanto la segretaria sia distante da questo territorio che non potrà mai essere rappresentato da un paio di nominati che forse senza i voti di De Luca non sarebbero nemmeno stati eletti. Si è resa conto che la sua linea è stata sconfessata da tutti i consiglieri regionali della Campania del Pd? Come si può chiedere a soggetti che per nove anni hanno governato con De Luca, rivendicando meriti di ciò che si è realizzato e programmando un futuro migliore, con tanti risultati da portare a termine nel prossimo mandato, chiedere di rinnegare tutto il percorso fatto. Cosa andranno a dire nelle case? Che loro hanno fallito insieme a De Luca quando la gente pensa che abbiano lavorato bene?”.
Un altro tema. I Cinque stelle, in caduta libera, per tentare di non sparire iniziano tracciare una distanza dal Pd. Anche su questo De Luca è stato precursore, buon governo senza il Movimento. Che ne pensa?
“Non sono mai stato un acerrimo promotore dell’alleanza Pd-Cinque stelle. E i fatti, a tutti i livelli, mi hanno dato ragione. Condivido la sua analisi e mi chiedo: mentre i Cinque stelle tracciano un distanza dal Pd, i vertici romani in Campania vorrebbero sacrificare l’esperienza De Luca, per concedere il candidato presidente ai Cinque stelle in modo da perdere le elezioni e consegnare anche la Campania alla destra. Mi spiegate qual è la logica di questi ragionamenti? Sarà un mio limite, ma vedo solo tanto protagonismo personale, la volontà di tutelare piccoli spazi senza nulla a che vedere con gli interessi delle comunità, con la buona politica, con la buona amministrazione e non vedo nemmeno rispetto per chi come noi ogni giorno si impegna sui territori e per il partito. Spero che prevalga il buon senso. Se posso sbilanciarmi, sono convinto che alla fine il Pd sosterrà Vincenzo De Luca perché nove anni di Vincenzo De Luca sono la storia in Campania del buon governo del Pd”.
A proposito di realtà locali. Lei anni fa si dimise dalla giunta in contrasto con la linea politica della maggioranza. Verificati gli eventi degli ultimi giorni, possiamo dire che ha avuto ragione?
“Guardi, non sono abituato a speculare sulle vicende giudiziarie. Io anni fa dissi delle cose, è storia. Le riflessioni e le analisi politiche le lascio agli altri. C’è solo il rammarico che per incapacità di molti protagonisti di questa stagione, hanno sprecato un progetto politico ambizioso, di centrosinistra, nato sotto la migliore stella. Questa è la responsabilità più grossa che mi sento di accollare a gran parte della classe politica giuglianese ed a chi ha gestito il Pd locale fino ad oggi. E nessuno può dire di non essere stati avvisato e sollecitato in tempi non sospetti”.
Per il futuro?
“Se devo volgere lo sguardo al futuro, penso che ci sia bisogno di una seria riflessione sugli errori commessi negli ultimi vent’anni, forse più. E ripartire dal meglio che pure è emerso come dato oggettivo. Senza personalismi, senza invidie, senza rancori ma far prevalere maturità e serietà nei ragionamenti per portare fuori Giugliano da una situazione che oggettivamente non merita. Il mio contributo, di idee, di riflessione e di impegno, come sempre, non mancherà”